Una giornata a casa del giornalista-scrittore William Dozza
Le ferie sono, generalmente, occasione per visite, pellegrinaggi e momenti di svago, ma le mie e quelle di Gianfranco Tardioli, famoso collezionista umbro, che stava trascorrendo le vacanze in una località del nord Italia, sono state la fortunata opportunità per passare una giornata a casa dell'indiscusso luminare dei trattori d'epoca, William Dozza. Il giorno stabilito, dirigo con la mia auto verso il lago di Garda. Giunto a Desenzano rimango intrappolato nel traffico, ma, proseguendo per Moniga, via via il traffico si districa così ho modo di godermi il panorama. Da una parte il lago con tutto il suo fascino, dall'altra un trionfo di fiori e piante. Un luogo davvero incantevole che infonde tranquillità e che, credo, faccia sentire i suoi abitanti in perenne vacanza. Gianfranco ed io ci incontriamo a Moniga (i cellulari fanno miracoli), poi insieme raggiungiamo l'abitazione di Dozza. Ad attenderci troviamo la signora Liliana che ci accoglie con un sorriso, mentre più distante ecco apparire il "maestro". Dopo i convenevoli di rito ci fa accomodare in giardino, e ci presenta in anteprima la bozza del nuovo libro sulla storia del marchio OM, che a breve sarà consegnato alle stampe... Che regalo! Mentre Gianfranco, estasiato, segue il racconto sulla realizzazione di ogni pagina del libro, io approfitto per immortalare questo momento con alcuni scatti e penso: -Chissà quanti appassionati vorrebbero essere al nostro posto!- Dozza è come sempre un fiume in piena: snocciola date, nomi e modelli in maniera sorprendente, e dalle sue parole si evince una cura maniacale nella ricerca della verità. Il suo obiettivo non è quello di scrivere un bel romanzo, ma raccontare la storia così com'è, con i suoi lati buoni e quelli che forse qualcuno tralascerebbe per usare maggior enfasi. Mentre ascoltiamo, arriva la signora Liliana con gli aperitivi e non posso fare a meno di domandarmi come sia la sua vita all'ombra di questo eclettico personaggio. Chiedo alla signora come mai non sono intervenuti al raduno di Assisi: mi risponde che Dozza era invitato, già da qualche anno, ad alcune manifestazioni in giro per l'Italia: la festa di San Potito in provincia di Caserta, il Musa a Benevento e la Piana delle Orme a Latina, e che quest'anno ha voluto parteciparvi. Personalmente credo sia positivo dare risalto a queste manifestazioni che si svolgono qua e là per l'Italia. E' certamente di stimolo per gli organizzatori a migliorarsi e, di conseguenza, a migliorare la qualità delle feste. Arrivati all'ultima pagina della bozza del libro, ci alziamo per andare a vedere la collezione di trattori.
All'interno del primo box ci fermiamo dinanzi ad un “Pampa”, dal quale Dozza prende spunto per raccontare la storia del famoso marchio argentino, dopodiché passiamo in rassegna una moltitudine di pezzi rarissimi, tra i quali una collezione dell'ungherese HSCS e svariati trattorini esteri testacalda e diesel. Di tutti fornisce una descrizione tecnica, ricordando anche difficoltà o facilità nell'avviamento. Nel secondo box incontriamo per primo un bellissimo Super Landini, che da oltre 10 anni non viene avviato. Gli occhi di Gianfranco si illuminano. Io comincio a punzecchiare: “E se lo mettessimo in moto?”, ma in quell'istante la signora ci chiama a pranzo. A tavola parliamo soprattutto di feste e del loro svolgimento. Dozza sottolinea la necessità di dare un tema specifico alle iniziative, ed insiste sulle norme di sicurezza a salvaguardia del pubblico (parole sante!). Parliamo di aratura, di vera aratura d'epoca. Di quella con aratro carrellato. Quella in cui si facevano solchi non oltre 22-23 centimetri, altrimenti il proprietario terriero si arrabbiava, perché veniva portata in superficie la terra che non aveva mai visto la luce. Trattiamo argomenti a me cari. Ovviamente non si possono tralasciare i testacalda per eccellenza: i Landini Vèlite e Super. Quest'ultimo per il suo importante ruolo nella bonifica delle paludi pontine, il Vèlite perché era il trattore dei piccoli agricoltori: robusto, affidabile, economico e potente. Parlando di Landini, guardo Gianfranco e dico: “Hai voglia di mettere in moto il Super, eh?” Lui ridendo risponde: “mmel di' du volte …”. Chiedo a Dozza se ha la bombola (la risposta è scontata…). Bevuto il caffè, Dozza esclama: “Andiamo a mettere in moto il super!”. Gianfranco si alza con un sorriso che arriva alle orecchie. Ci incamminiamo verso il Super Landini. Sono ansioso di assistere a questo evento, non mi è mai capitato di vedere l'avviamento di un testacalda fermo da anni. Gianfranco comincia ad armeggiare con la pompa della lubrificazione, poiché il circuito è vuoto, poi mette il gasolio e svita il tubo dell'iniettore, iniziando a riempire il circuito, pompando a mano. Lavora freneticamente, ma sempre con il sorriso e col maestro che segue le operazioni. Dozza, a sua volta, lavora con la pompa di lubrificazione per dare un'altra lubrificata. Tutto è pronto! E' ora di accendere la torcia e scaldare la calotta. Durante il riscaldamento siamo emozionati come ragazzini. Gianfranco ha le mani nere (e non solo), e continua ad aggirarsi nervosamente attorno al trattore. Controllata l'acqua nel radiatore, Gianfranco e Dozza decidono che è il momento! Una bella fumata bianca esce dalla valvola. La calotta è in temperatura! I due afferrano i volani e danno un primo colpo, ma il Super rimane muto. “E' pieno” esclama Gianfranco. Dopo averlo “sfiatato”, provano ancora. Al terzo tentativo “pam pam pam pam pam…”. Che emozione! Rapito dalla scena esclamo: ”Che macchina”, e Dozza a sua volta: “Sì, è davvero una gran macchina il Super”. Il suo ritmo regolare e costante, simile al battito cardiaco, regala delle sensazioni indescrivibili. Questo battito è ciò che lo distingue da un moderno trattore diesel, facendolo sembrare vivo. Respiriamo tutti e tre il fumo di scarico come fosse un'essenza inebriante, come se un vecchio amico avesse di nuovo ripreso vita. Verrebbe voglia di agganciare l'aratro e andare a fare qualche solco, ma quando Gianfranco spegne il motore e torna il silenzio, rotto solo dal frinire delle cicale, ci risvegliamo dal sogno! Terminiamo la visita alla collezione, mentre l'orologio ci ricorda che si è fatto pomeriggio inoltrato e che è ora di lasciarci. Da ultimo, chiedo a Roberto (il figlio di Gianfranco) di scattarci una foto per ricordare questa memorabile giornata, che rimarrà scolpita nei miei ricordi e che, spero, faccia provare anche a voi un po' delle emozioni che ho provato io. Pietro Bersani
Ecco la biografia del nostro luminare della storia dei trattori d'epoca: William Dozza, bolognese, dopo alcune esperienze giornalistiche nella capitale emiliana, a 22 anni si trasferisce a Milano, dove crea un'agenzia di relazioni pubbliche, tra le prime in Italia ad annoverare consociate in Europa e negli USA. Dal 1965 al 1996 dirige la comunicazione di Peugeot Italia. Giornalista prestato all'industria, non abbandona mai la professione, che continua a coltivare nel settore degli hobby, tra cui figurano la storia e l'archeologia industriale, specificatamente nel settore della motorizzazione agricola. Considerato il maggiore esperto mondiale di trattori testacalda, ha pubblicato i volumi: "Trattori testacalda italiani" (2000) "Trattori classici Italiani dal 1911 al 1955" (2004) "Trattori classici italiani, i documenti 1" (2005) "Trattori classici esteri in Italia" (2007) "Trattori classici italiani, i documenti 2" (2008) "Carioche: le trattrici agricole figlie della guerra" (2008) "Fiat Trattori dal 1919 ad oggi" con Massimo Misley (2008) Tutti per Giorgio Nada editore. Scrive su riviste italiane e straniere.
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